1858 - Alla scoperta di Marte

"Resta ancora provato esistere in Marte acqua liquida e mari, essendo questa naturale conseguenza della fusione delle nevi… così l’esistenza di mari e continenti, con vicende di stagioni alternative di nevi e ghiacci, e perciò di vicende meteorologiche nell’atmosfera" (Secchi, 1859)

Convinto che la semplice misura micrometrica delle macchie marziane viste al telescopio, così “sfumate e larghe”, avrebbe dato scarsi risultati, Il gesuita Padre Angelo Secchi decise che la via migliore per realizzare una descrizione geometrica accurata della superficie di Marte fosse quella di eseguire una lunga serie consecutiva di osservazioni, dalle quali poter ricavare dei disegni che riproducessero con fedeltà le strutture superficiali del pianeta. Assistito dal confratello Enrico Cappelletti (1831-1899), Secchi realizzò oltre settanta disegni dell’intera superficie di Marte osservato sempre alla stessa ora. Quaranta di questi schizzi furono colorati a pastello da Cappelletti, il quale cercò di usare le giuste tinte per rappresentare in modo naturale i veri colori delle macchie osservate sul pianeta «senza correggere nulla per effetto di contrasto o di altra teoria».

Passando poi alla descrizione topografica delle strutture areografiche identificate, Secchi denominò la gran «macchia azzurra a forma di triangolo», indicata con il nome di Scorpione nel registro delle osservazioni, con il toponimo di Canale Atlantico. Secchi fu il primo a usare il termine ‘canale’ per indicare alcune strutture rettilinee della superficie di Marte, espressione che sarà poi ripresa anche dall’astronomo milanese Giovanni Virginio Schiaparelli (1835-1910). Tale termine, erroneamente tradotto in alcuni giornali inglesi con la parola ‘channels’ invece di ‘canals’, alludendo a una loro natura artificiale, alimenterà il dibattito sull’esistenza di vita intelligente sul pianeta rosso. Secchi chiamò poi Istmo un canale minore che congiungeva due altre macchie azzurre e infine identificò una grande Isola Rossa al centro dei due canali. Per le principali conformazioni della superficie segnate nei suoi disegni, l’astronomo del Collegio Romano decise di adottare un criterio di nomenclatura che celebrasse i più famosi navigatori dell’età moderna. Così Secchi localizzò i canali Cook e Franklin, in omaggio agli esploratori James Cook e John Franklin, il continente Cabozia, dedicato allo scopritore italiano Giovanni Caboto, e le grandi macchie chiamate Columbia, in onore di Cristoforo Colombo, e Marco Polo che celebrava il viaggiatore veneziano.