1662 - La Luna a scacchiera

L’astronomo modenese Geminiano Montanari (1633-1687) disegnò una delle più esatte mappe lunari del XVII secolo. Essa fu realizzata grazie all’ausilio di uno speciale reticolo filare di sua invenzione, formato da una ‘graticola’ di fili d’argento intersecantesi perpendicolarmente tra loro; collocato sul fuoco del cannocchiale kepleriano di 24 palmi (circa 6 metri) che Montanari si era costruito levigando personalmente le lenti, esso generava l’immagine di una griglia di ottantuno quadratini sovrapposta alla Luna, e ciò consentiva di individuare con estrema precisione i dettagli della superficie lunare. Montanari tracciò questa carta osservando la Luna in dodici fasi successive, dal novilunio al plenilunio del mese di ottobre 1662, generando quindi una delle più dettagliate mappe selenografiche dell’epoca.

Grazie alle qualità tecniche e scientifiche che dimostrò di possedere, nel 1664 egli ottenne la nomina a Professore di Matematica all’Università di Bologna, dove si dedicò a studi scientifici vari, dalla meccanica, alla chimica, alla fisiologia. Il suo principale interesse, però, rimase sempre l’astronomia e al periodo bolognese si ascrive anche la sua dimostrazione della variabilità della stella Algol.

Divenuto ormai scienziato di fama internazionale, per poterlo avere al suo servizio la Serenissima istituì appositamente la cattedra di ‘Astronomia e Meteore’ presso lo Studio patavino. Nel 1678, ottenuta la cattedra a Padova, egli divenne quindi consulente della Repubblica di Venezia in materie eterogenee, dalla supervisione delle acque a quella della Zecca, fino alla balistica delle artiglierie. In terra veneta continuò le osservazioni astronomiche e in particolare si interessò alle comete del 1680 e del 1682 e le sue osservazioni confluirono nei dati utilizzati da Newton per elaborare la teoria della gravitazione universale.

Montanari può anche essere considerato un precursore della lotta alle fake-news: per dimostrare la falsità delle teorie oroscopiche ideò, infatti, un almanacco di previsioni astrologiche basate esclusivamente sul caso e sulla fantasia dei redattori. Tale almanacco riscosse un grande successo di pubblico e continuò a essere edito fino alla stampa de L’astrologia convinta di falso col mezzo di nuove esperienze, e Ragioni Fisico-Astronomiche, ò sia la caccia del Frugnuolo (1685), forse la sua opera più celebre, con la quale intese dimostrare, con metodologia scientifica, l’inconsistenza dell’astrologia e la sua estraneità alla scienza astronomica.